Un gambiano di 26 anni e la teramana Alessia Sardella trovati senza vita da altri occupanti abusivi delle palazzine disabitate. Fatali le esalazioni di monossido di carbonio, il pm Rosati disporrà l’autopsia FOTO E VIDEO
TERAMO – Tragedia della disperazione in serata, in via Longo, a Teramo. Sono morti in due, asfissiati dal monossido di carbonio esalato da un braciere di fortuna, che avevano acceso per difendersi dal freddo dentro un’abitazione di una delle palazzine evacuate del complesso edilizio al di là del Vezzola. Lei, la teramana 44enne Alessia Sardella, è stata trovata con la faccia nel braciere, ustionata, mentre a poca distanza giaceva Emblie, gambiano di 26 anni. Erano insieme vicino a un giaciglio – una rete, un materasso e alcune coperte -, in una delle giornate più fredde di questo inizio dicembre.
A scoprire i due cadaveri, due spaventatissimi pachistani, anche loro inquilini abusivi di questa struttura fantasma, all’interno della quale sono entrati dopo aver divelto le paratie installate dal Comune e all’interno della quale, raccontano i vicini che popolano gli altri tre edifici gemelli ancora abitati, accendono spesso falò o fornelli alimentati da bombole del gas con pericolosi allacci improvvisati.
L’allarme sulla presenza dei due corpi senza vita è scattato dopo la mezzanotte, ma quei due cadaveri erano lì forse anche da molte ore in più, come ipotizza anche il medico legale Pino Sciarra, giunto sul posto in piena notte per un primo esame esterno. Sarà l’autopsia ad approfondire e ad offrire particolari più utili all’indagine, coordinata dal pm Davide Rosati, che ha effettuato un sopralluogo sulla scena. La posizione del cadavere della donna, inizialmente, non aveva fatto escludere alcuna ricostruzione, compresa quella dell’aggressione sfociata in un femminicidio. Mano a mano però, i rilievi dei carabinieri del nucleo operativo della Compagnie di Teramo (sul posto c’erano il tenente colonnello Luigi Vaglio e il luogotenente Marino Capponi), svolti alla luce delle torri faro dei vigili del fuoco di Teramo, hanno chiarito la dinamica della tragedia e del duplice decesso.
I due avrebbero accusato un malore mentre erano coricati o già assopiti, svegliandosi e cercando di guadagnare l’uscita, ma sono svenuti a caduti a poca distanza uno dall’altro per colpa del velenoso gas inodore e insapore. Quel braciere che avrebbe dovuto riscaldarli li ha invece uccisi.
Il giovane gambiano era immigrato da qualche tempo a Teramo e viveva di espedienti, come diversi altri connazionali e centrafricani che popolano abusivamente il l lungofiume o, appunto, via Longo, più volte segnalati dal vicinato come casi umani. Alessia Sardella aveva un vissuto fatto di difficoltà e disagio, traviata dal contatto con gli stupefacenti in giovane età e protagonista da tempo di diversi episodi di intemperanza e tanti soccorsi rifiutati tra piazza Garibaldi e piazza Caduti di Nassyiria.
In piena notte in via Longo è arrivato anche il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, per verificare da vicino l’accaduto e parlare con gli investigatori, e portare la solidarietà della comunità per una tragedia alla cui origine c’è il disagio di vite difficili e senza fissa dimora.